Solidarietà con il popolo palestinese e condanna di ogni forma di violenza

La CGIL esprime la propria solidarietà con il popolo palestinese che ha diritto alla pace e ad uno stato indipendente e il proprio sostegno a quei non pochi cittadini israeliani che dissentono pubblicamente e nettamente con il governo guerrafondaio e di destra di Netanyahu.
L'operazione “pilastro della difesa”, in soli cinque giorni di raid aerei ha già provocato la morte di centinaia di civili palestinesi, tra cui molte donne e bambini, e tre israeliani sotto i colpi dei missili provenienti da Gaza.

Se non si giungerà rapidamente ad una tregua, il governo israeliano darà corso all'incursione terrestre, come nel dicembre del 2009, con l'operazione “piombo fuso”, che significherebbe una vera e propria carneficina con tanti morti palestinesi, tra milizie armate e civili, e certamente anche tra isoldati israeliani. La CGIL condanna con nettezza la prosecuzione da parte dello Stato israeliano della politica dei cosiddetti “assassini mirati”, politica che viola ogni regola della legalità internazionale e che colpisce assieme ai responsabili militari anche civili inermi palestinesi. Il tutto ha l’effetto di aumentare ed aggravare la spirale di guerra già drammaticamente in atto nelle regioni mediorientali.

La CGIL inoltre ribadisce la condanna di ogni forma di violenza e chiede l'immediata azione della comunità internazionale affinché riprendano i negoziati di pace e si ponga fine al conflitto nel quadro delle risoluzioni delle Nazioni Unite e del diritto internazionale. Perché se da un lato assistiamo alla predeterminazione del governo israeliano che, terminate le elezioni americane, ha immediatamente fatto scattare l'ennesima operazione militare contro la pace e contro la popolazione della Striscia di Gaza, dall'altro canto, registriamo il perseverare dell'opzione militare da parte di Hamas e dei gruppi della Jihad, che in questi sei anni di isolamento e di sofferenza per il popolo palestinese ha proseguito sulla strada dell'isolamento e della rappresaglia, piuttosto che accettare la mano tesa del Presidente Abu Mazen e dell'OLP, per la riunificazione del campo palestinese e l'abbandono delle proprie posizioni intransigenti e speculari alla politica di forza israeliana.

CGIL Pistoia

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