Ancora sul nido Cip e Ciop e sul Comune di Pistoia

Su quanto accaduto ieri nell'asilo nido privato Cip e Ciop è necessario fare una riflessione profonda e quanto più possibile scevra da generalizzazioni .

Da anni la Funzione Pubblica e la FLC CGIL denunciano i rischi connessi con la privatizzazione dei servizi pubblici, soprattutto quando si tratta dei servizi educativi e dei servizi di cura.

Il pubblico garantisce infatti una maggiore qualità delle prestazioni e un'attenzione più puntuale alla formazione degli insegnanti e alla progettazione educativa.
Purtroppo anche nella nostra provincia soffiano venti di privatizzazione dei servizi destinati all'infanzia: dallo scuolabus, alle mense comunali, fino ad arrivare agli asili sono sempre più numerose le amministrazioni che optano per l'affidamento all'esterno di questi servizi.
Accanto a scelte di questo tipo, ci corre l'obbligo di ricordare che, anche nel nostro territorio, esistono altre prassi: quelle portate avanti da alcune amministrazioni comunali, magari di piccole dimensioni che, nonostante i tagli ed i patti di stabilità, si sforzano di gestire dall'interno questi servizi, compiendo una precisa e chiara scelta politica.
Il sindaco di Pistoia dichiara a Repubblica che la CGIL ha preso una cantonata; diamo atto del fatto che l'asilo in questione era solo accreditato.
Già che ci siamo però, visto che ponevamo un altro problema e visto che pare che il sindaco Berti sia d'accordo parliamo meglio della situazioni in oggetto che dovrebbe essere costantemente monitorata.
Il Regolamento d'attuazione della L.R. 32/2002 e lo stesso Regolamento dei Servizi Educativi per la Prima Infanzia impongono che, per ottenere l'autorizzazione e l'accreditamento, i nidi privati debbano rispettare non soltanto l'adeguamento agli standard previsti per il dimensionamento della struttura ma anche il rispetto dei vincoli sui rapporti numerici fra operatori e bambini che, ad esempio, è pari ad un educatore per 9 bambini di età compresa fra i 2 ed i 3 anni.
Ci risulta che, su entrambi i nidi di cui è proprietaria una delle maestre arrestate, operino otto insegnanti, la stragrande maggioranza delle quali sono assunte con contratti a tempo parziale, alcune addirittura con contratto a progetto, c'è il fondato sospetto che il rapporto insegnanti/bambini non sia stato rispettato.
Che il pubblico finisca per perdere il controllo dei servizi non gestiti internamente, anche questo lo diciamo, inascoltati, da anni.
Invitiamo per tanto il Comune di Pistoia a valutare la possibilità di chiudere l'asilo nido in questione e chiediamo alla Direzione Provinciale del Lavoro ad effettuare gli opportuni controlli sulla condizione contrattuale delle lavoratrici presenti sul servizio.
Ricordiamo inoltre al Sindaco, primo firmatario di un accordo fra organizzazioni sindacali, ASL e Conferenza dei Sindaci di Pistoia e della Valdinievole per la gestione degli appalti nel settore della cooperazione sociale, che a distanza di due anni siamo punto e capo.
Non basta sottoscrivere i protocolli, bisogna applicarli!
Questo senza mettere sotto attacco nessuno, ma semplicemente per trovare una ragione di coerenza tra le affermazioni politiche e la prassi.

Silvia Biagini Segretaria Generale FP CGIL Pistoia
Franco Buralli Segretario Generale FLC CGIL Pistoia

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