Amianto: le responsabilità non sono indistinte

Domani vertice di tutte le strutture sindacali

Se non fosse tragica, la vicenda della richiesta di estensione dei benefici agli esposti all’amianto della Breda di Pistoia rasenterebbe il ridicolo per il comportamento di alcuni degli attori determinanti.
La vertenza si trascina da anni; il precedente Governo di centrosinistra emanò atti di indirizzo, rispondenti solo in parte alle legittime aspettative dei lavoratori.
Dopo mesi di lotta, durante l’estate, punteggiata dallo stillicidio delle morti di ex lavoratori per mesotelioma, CGIL, CISL, UIL con i sindacati di categoria e la RSU, avanzarono richiesta di incontro ai gruppi parlamentari di tutti partiti, per perorare, alla luce della nuova legge in discussione, che dovrebbe sostituire la legge 257 del 1992, la causa dei lavoratori dello stabilimento di via Ciliegiole.
Risposero solo i gruppi dell’Ulivo e di Rifondazione Comunista che concordarono emendamenti ad hoc poi respinti in Parlamento.
Analoga, reiterata richiesta di incontro al Ministro del Lavoro non ottenne nessuna risposta, neppure attraverso gli uffici del Presidente della Repubblica a cui il 16 settembre, durante una sua visita a Pistoia, CGIL CISL UIL avevano consegnato una memoria ottenendone l’interessamento.
Nei mesi scorsi, tutti i soggetti politico-istituzionali di Pistoia e della Toscana (partiti di destra e di sinistra, Comune di Pistoia, Provincia e Regione) hanno approvato documenti ed ordini del giorno a favore dei lavoratori.
Non si contano gli scioperi, le delegazioni in Prefettura e le forme di pressione di vario tipo esercitate in questi mesi; questo periodo è stato punteggiato da dichiarazioni e prese di posizione di Ministri e Sottosegretari in visita a Pistoia secondo cui, grazie all’azione dei partiti del Governo di centrodestra il problema si sarebbe risolto.
Il 7 dicembre, in un’assemblea molto tesa, aperta ai parlamentari della circoscrizione, ai consiglieri regionali ed alle forze politiche locali, i rappresentanti della maggioranza di Governo presenti assumevano l’impegno ad attivarsi per una rapida soluzione della vertenza, richiedendo da subito incontri con il Ministero competente.
Hanno fatto seguito un incontro della RSU con il sottosegretario competente, una serie di incontri con funzionari del Ministero i quali, avrebbero garantito (il condizionale è d’obbligo non essendo state invitate FIM FIOM UILM e CGIL CISL UIL) che il problema era risolvibile non indicando per la verità come.

Dobbiamo anzi dire che, in ogni occasione pubblica, il Ministro, il sottosegretario con delega, il presidente dell’apposita commissione Giuliano Cazzola, hanno espresso giudizi negativi, nell’ultimo caso (Sole 24 Ore del 3 Febbraio 2003) addirittura insultanti verso i lavoratori esposti definiti “privilegiati” (sic!!!).
Nelle ultime settimane tuttavia uno strano ottimismo si è diffuso tra i lavoratori: è successo che i dirigenti dell’azienda ai massimi livelli hanno fornito ai lavoratori, senza alcuna informazione alle Organizzazioni sindacali, notizie rassicuranti circa la rapida soluzione della vertenza (con un provvedimento ad hoc?) e di piccoli residui problemi politici da superare, ma di un’istruttoria tecnica compiuta.
La perplessità del sindacato, in tutte le sue articolazioni, è durata poche ore perché, all’ultima assemblea aperta di venerdì 7 marzo (3 mesi dopo la precedente) i rappresentanti della maggioranza di Governo hanno dichiarato che si era in alto mare generando l’inevitabile sconforto ed il risentimento dei lavoratori.
Tra l’altro giova ricordare che l’attuale testo di legge sull’amianto già approvato da un ramo del Parlamento prevede:
- nessun riconoscimento agli esposti ante ’92;
- una misura minima di esposizione peggiorativa della vecchia legge in base alla quale sarà impossibile documentare alcunché e rientrare tra i beneficiari;
- esonero della responsabilità civile e penale dell’impresa verso i lavoratori e i loro familiari (ricordate l’accordo del 20 novembre 2003?);
- si escludono nuovi atti di indirizzo del Governo sulla base dei quali si sono avuti i riconoscimenti fino al 1990.

UNA PIETRA TOMBALE.
Il Sindacato pistoiese nella sua unità rivolge allora alcune domande:
- Perché, dopo aver affrontato e risolto per il primo gruppo di lavoratori il problema dei risarcimenti ed aver istituito su richiesta del sindacato ed insieme all’USL 3 il primo progetto di piano integrato del paese contribuendo ad un calo della tensione sulla sicurezza, ora vi sia questa superficialità .
- Perché si sono ingenerate aspettative di soluzione in tempi rapidi di una vicenda così complessa
- Ci si rende conto di aver contribuito ad innescare un clima di tensione straordinario?
Oppure ci sono cose che non conosciamo?
Ovviamente sono domande che giriamo sia all’Azienda nei suoi gruppi dirigenti, sia ai partiti della maggioranza di Governo.
Per parte nostra crediamo che la partita non sia chiusa: esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori e alla loro RSU, che troveranno le organizzazioni sindacali al loro fianco anche quando, se necessario, si tratterà di portare la protesta sotto le finestre del Ministro del Lavoro; in quell’occasione speriamo di trovare al nostro fianco anche quei parlamentari e sottosegretari che hanno assunto impegni e dispensato ottimismo a piene mani in questi mesi.
CGIL CISL UIL, FIM FIOM UILM, insieme alla RSU, chiederanno per fare chiarezza e trasparenza, un immediato incontro alla Direzione Aziendale ANSALDOBREDA, e avanzeranno una contestuale richiesta di incontro ufficiale al Sottosegretario con delega presso il Ministero del Lavoro, al fine di evitare il perpetuarsi di uno spiacevole gioco delle parti.
La posta è la risposta ad una legittima aspettativa dei lavoratori ma anche la tranquillità e la prospettiva del maggior impianto industriale di Pistoia.

CGIL e FIOM CGIL
Daniele Quiriconi
Michele Gargini
CISL e FIM CISL
Mario Tuci
Alessandro Vivarelli
UIL e UILM UIL
Luigi Pisaneschi
Lia Tosi