Ma i dipendenti della sanità sono “figli di un Dio minore”?

Il 28 novembre i Lavoratori della sanità saranno ancora una volta in sciopero per denunciare l’assurdo comportamento delle controparti in merito al mancato rinnovo del CCNL.
Siamo consapevoli che questo sciopero causerà inevitabili disagi ai cittadini ai quali chiediamo tuttavia il loro sostegno perché la nostra azione di lotta è anche per tutelare il loro diritto ad avere servizi sanitari sempre più qualificati.

Il rinnovo del contratto di lavoro non rappresentainfatti solo un doveroso adeguamento delle retribuzioni al costo della vita ma rappresenta anche un momento di valorizzazione degli operatori e delle loro professionalità, soprattutto in un settore a cui è richiesta una sempre maggiore qualificazione.
Vogliamo ricordare che il contratto di lavoro è scaduto da oltre 22 mesi (durante i quali vi sono stati quattro scioperi nazionali) a fronte di una perdita del potere di acquisto come mai si è verificata negli ultimi anni, tale da non poter consentire ulteriori attese.
In questo periodo si è invece assistito a continue promesse e anche ad impegni sottoscritti che sono stati regolarmente disattesi, con continui rimpalli di responsabilità tra Governo e Regioni che hanno portato ad una profonda esasperazione gli operatori della Sanità.
Tutto questo vede un atteggiamento di indifferenza che rasenta l’irresponsabilità da parte anche delle stesse regioni che sembrano non comprendere come questa situazione porti a vanificare ogni loro progetto di avere una sanità migliore.
A fronte di questa situazione abbiamo le Aziende Sanitarie, e la nostra non sfugge a questa regola, che pretendono continuamente ulteriori sacrifici dagli operatori senza possedere alcuno strumento che permetta in alcun modo un’adeguata remunerazione.

Per questo aggi diciamo basta!

- Basta considerare “normale” un contratto scaduto da oltre 22 mesi
- Basta considerare “normale” il mancato rispetto degli accordi (vedi 4 febbraio 2002)
- Basta considerare “normale” il tenere in ostaggio 600.000 lavoratori tra i rimpalli di Governo e Regioni
- Basta considerare il rinnovo contrattuale solamente un costo e non un investimento sulla qualità dei servizi

Queste sono le motivazioni che ci permettono di chiedere il convinto sostegno di tutti i cittadini perché questa situazione smetta di essere considerata “normale”

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