In gioco la tenuta e il legame sociale del paese.

La crisi di risorse del sistema socio-sanitario pubblico costituisce una vera e propria emergenza.
Le scelte del governo contenute nella manovra correttiva dei conti pubblici e nelle decisioni di poli-tica economica che si annunciano, stanno determinando uno scontro e un conflitto istituzionale che ha proprio nelle risorse uno degli elementi centrali.

Il taglio del 10% sulle spese per l’acquisto dei cosiddetti “consumi intermedi” che era stato imposto ai Comuni, dopo la manifestazione dei Sindaci a Roma è stato parzialmente modificato. I Sindaci continuano ad esprimere, giustamente, una severa critica.
Il taglio di risorse, anche se parzialmente ridotto, permane. Tutto ciò è ancora più drammatico in quanto avviene a seguito delle ultime finanziarie che hanno già drasticamente tagliato i trasferi-menti agli Enti locali. Inoltre, la norma approvata è un vero e proprio pasticcio. Se, infatti, un Co-mune ha sforato la spesa nel primo semestre ma prevede poi riduzioni nel secondo semestre, cosa succede? Come viene calcolata la cosiddetta “virtuosità” ?
In sostanza si assesta un nuovo colpo alla capacità di spesa degli enti locali per la fornitura di servi-zi fondamentali come il trasporto pubblico, le mense scolastiche, gli asili nido, i servizi sociali, la manutenzione urbana. Per di più il DPEF 2005-2008 presentato dal governo prospetta una manovra economica pesante che finirà col colpire nuovamente i lavoratori, i pensionati il sistema dei servizi.
Lo scontro istituzionale sulle risorse non si esaurisce qui.
Da tempo, ad esempio, i Presidenti delle Regioni denunciano lo scostamento tra i livelli di finan-ziamento per la sanità e la spesa effettivamente sostenuta dalle Regioni. Anzi,il contenzioso con il governo si è ulteriormente aggravato sia sulle quote capitarie per i lavoratori immigrati regolarizza-ti, che sul finanziamento dei contratti nazionali di lavoro dei dipendenti della sanità. Di recente i Presidenti delle Regioni hanno sottoposto al governo una proposta di ordine finanziario con la quale far fronte a questa drammatica situazione. Da tempo la CGIL denuncia questa situazione.
La stessa riduzione generalizzata del prelievo fiscale più volte annunciata appare ben più ardua pro-prio per la drammaticità della situazione economica. Se il governo dovesse insistere su questa strada non ci sarà qualche ritocco, ma la drastica riduzione delle spese sociali e del welfare, in particolare sanità, scuola, sicurezza sociale.
E’ in gioco, in sostanza, la tenuta e il legame sociale del paese.
Ecco perché oggi la questione delle risorse per il sistema socio sanitario pubblico assume ancora maggiore importanza. Si tratta di battersi affinché le risorse non solo non vengano ridotte ma por-tate ai livelli dei paesi europei quali la Francia e la Germania. Un fondo sanitario adeguato a garan-tire la gestione corrente delle attività sanitarie pubbliche costituisce infatti la condizione essenziale per scongiurare la crisi del sistema o le derive verso la privatizzazione dei servizi. Per questa ragio-ne la CGIL, oltre a battersi per l’aumento di risorse per garantire i livelli essenziali, propone inoltre una quota aggiuntiva del fondo sanitario per promuovere il riequilibrio strutturale del sistema. Ciò significa tornare a investire nello stato sociale quale fattore di sviluppo del paese in alternativa ad una politica sbagliata che ha fermato lo sviluppo, impoverito il paese, messo in crisi la finanza pub-blica.

La Segreteria della CGIL di Pistoia

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