No alla svendita dei beni INPS, INAIL e INPDAP.

La CGIL provinciale di Pistoia ha preso in esame i riflessi che l’operazione, portata avanti dal Governo, di vendita della Sedi, dove gli Enti previdenziali (INPS, INAIL e INPDAP) svolgono la loro quotidiana attività, avrà sul futuro del “welfare” e sulla previdenza pubblica.

Il Governo, con l’arroganza che lo contraddistingue, ha emanato una serie di decreti di dubbia legittimità, visto che gli immobili di proprietà degli enti e acquistato con i proventi dei contributi dei lavoratori e delle imprese, fanno parte del patrimonio indisponibile, si è appropriato di questi beni, trasferendo la proprietà al F.I.P. (Fondo Immobili Pubblici), facendo passare così gli enti dalla condizione di proprietari a quella di affittuari.
E’ evidente che si tratti, da una parte, di una grande operazione di speculazione immobiliare, non a caso nell’elenco delle prime 43 sedi dell’INPS cedute al FIP (gestito dalla FINNAT Banca Euro Americana) ci sono tutti gli immobili di pregio artistico o di nuova costruzione, come la sede INPS di Pistoia di Viale Adua, dall’altra, della necessità di fare cassa per evitare lo sfondamento del 3% nel rapporto fra debito pubblico e PIL e di trovare risorse per la campagna mediatica di riduzione delle tasse, per cui si “taroccano” i conti pubblici, si tagliano le risorse agli Enti Locali e alla Sanità, si introducono nuove imposte, si vende il patrimonio pubblico e non solo quello.

La CGIL di Pistoia, rileva che questa operazione si inserisce nell’attacco che si sta portando avanti al sistema Previdenziale Pubblico e all’autonomia degli Enti e più in generale al sistema di protezione sociale. Rileva altresì che gli Enti, con questa operazione, si impoveriscono, diventano precari nell’organizzazione del lavoro e nell’erogazione dei servizi ai cittadini, sono costretti a pagare alti affitti, avranno effetti ne-gativi sui bilanci, dando così l’alibi a chi pensa di ridurre ulteriormente il ruolo e la funzione della Previdenza Pubblica.
Condivide appieno le motivazioni che stanno dentro al ricorso, presentato al TAR del Lazio, dai rappresentanti dei tre CIV e dei sindacati di CGIL CISL UIL, della Funzione Pubblica e dei pensionati, per i contenuti di illegittimità e di anticostituzionalità che si ravvisano nell’operazione di vendita degli immobili strumentali e quindi non disponibili, all’esproprio delle prerogative dei CIV, previste dalle leggi vigenti, sulla responsabilità decisionale di operare investimenti o disinvestimenti dei patrimoni che sono costituiti con la contribuzione dei lavoratori e delle imprese.
Condivide, altresì, le preoccupazioni espresse dall’Organo di Vigilanza, sul danno economico e patrimoniale che si arreca agli Enti, anche alla luce del fatto, che il prezzo di vendita (più basso del reale valore) lo ha fissato l’acquirente, alla procedura utilizzata per individuare il gestore del fondo, al fatto stesso che il valore della vendita è andato direttamente nelle casse del MEF e non agli Enti Previdenziali.
Rivolge un appello all’insieme del movimento sindacale, alle forze politiche e sociali, alle istituzioni, affinché si sviluppino iniziative di mobilitazione e di denuncia, contro l’ennesimo attacco al “welfare” e alla Previdenza pubblica.

CGIL Pistoia