Trasporto Pubblico Locale: si faccia chiarezza!

Un po' di storia....

Sono mesi ormai che si discute a Pistoia di riorganizzazione del TPL, dell'esigenza di ricalibrare la rete a seguito dei tagli di risorse da parte della Regione imposti dai minori trasferimenti da parte del Governo.

In questa discussione abbiamo sempre avuto due punti fermi: non penalizzare il servizio ai cittadini, assumendo come priorità la difesa dell'effettivo esercizio di un diritto costituzionalmente garantito, quale il diritto alla mobilità (a cui si intrecciano indissolubilmente altri diritti, con il loro risvolto sociale, soprattutto per i soggetti più deboli - studenti, pensionati, lavoratori pendolari – e quindi diritto allo studio, al lavoro, all'assistenza, al tempo libero, solo per fare alcuni esempi) e la difesa del diritto al lavoro dei lavoratori impiegati in quel servizio.

Abbiamo poi condiviso con la Regione Toscana l'individuazione di un ambito ottimale di gestione del TPL coincidente con il territorio regionale e quindi la volontà della definizione di costi e ricavi standard per procedere ad una gara unica per la gestione del servizio evitando la eccessiva fram-mentazione di affidatari e gestori dei 14 lotti di gara. Scelta che impone anche alle Aziende un percorso per il superamento della frammentazione, una loro riorganizzazione in un'Azienda unica per candidarsi alla gestione del servizio.

Sono questo obiettivi condivisi anche dagli Enti Locali?
Dopo l'incontro di ieri 8 marzo ci sia consentito mostrare qualche perplessità!

Preme ricordare che l'accordo del 15 febbraio scorso sottoscritto tra Regione Toscana, UPI, ANCI, UNCEM, OO.SS. CGIL CISL UIL, FILT FIT UILT Toscana, Confservizi Toscana – ASTRA e ANAV, a seguito del quale venivano sospesi gli scioperi già indetti, prevedeva l'impegno all'attiva-zione di tavoli provinciali con gli EE.LL., le Aziende e le OO.SS. per la definizione di accordi di lotto da sottoscrivere entro 30 gg. oltre ad un impegno della Regione a conferire risorse aggiuntive ed all'impegno da parte delle Aziende a migliorare l'efficienza tramite recupero dell'evasione e la razionalizzazione dell'organizzazione e dei costi di gestione.

Oggi...

Oggi le risorse a disposizione sono quindi certe ed a nostro parere, a parte la sollecitazione che anche dal territorio potrebbe arrivare verso la Regione in ordine ad una loro puntuale erogazione, ba-stevoli per arginare al massimo il rischio di un eccessivo disagio verso l'utenza e di ripercussioni negative sull'occupazione.

Non altrettanto certe invece le risposte.
Ad oggi infatti (la proroga dell'affidamento è prevista fino al 31 marzo – ed una ulteriore proroga genererebbe la conseguenza che eventuali tagli si spalmerebbero su un numero sempre più inferiore di mesi) non ci è ancora noto alcunché rispetto al progetto di riorganizzazione del servizio.

Quando si pensa di darne informazione ai cittadini? Il 31 di marzo? Non è già bastata l'esperienza della Porrettana? Una vicenda che sta scontando tutta la difficoltà di gestione politica del complesso processo di riorganizzazione del TPL e su cui l'impegno di tutti per apportare i necessari correttivi dovrà essere massimo.

Sulla base di quali dati possiamo avviare un serio confronto con l'azienda per gestire gli effetti delle scelte che si andranno a determinare, sull'organizzazione del lavoro?

Sappiamo per certo oggi solo che il nuovo affidamento non sarà più unico da parte della Provincia ma autonomo da parte di ogni ente locale, ognuno per le linee di propria competenza.

Una scelta grave, in controtendenza con quanto sta avvenendo in tutto il territorio regionale e che fa nascere spontaneo un dubbio: come è possibile riprogettare a queste condizioni la rete del TPL del-l'intero bacino provinciale (programma di esercizio ed orari delle linee) producendo efficienze e riorganizzazioni capaci di non incidere negativamente sui cittadini utenti?
Ma soprattutto, ribadiamo, quando si pensa di farlo?

Crediamo a questo punto chiarezza su due punti:

  • E' o non è il Trasporto Pubblico una priorità? Se sì allora si trovino le compatibilità economiche necessarie alla garanzia di un servizio adeguato ai bisogni del cittadino. Perché soltanto il Comune di Pistoia (non gli altri enti) si è attivato in questa direzione, individuando servizi utili alla collettività ad integrazione dei servizi tradizionalmente svolti da COPIT?
  • Si condivide o no la strategia regionale rispetto alla gara unica e azienda unica? Se sì allora si dicano parole chiare sulla CTT. Un'esperienza che ha avuto un senso allora, per il raggiungimento delle finalità oggi proposte ma che, diciamolo, non ha saputo produrre quei risparmi e quelle utilità che si ricercavano (bensì aggravi di costi) e che oggi non ha più ragione di esistere, rappresentando una sovrastruttura nella strategia regionale dell'azienda unica. E parole chiare per noi non possono che essere quelle della revoca a CTT dell'affitto di ramo d'azienda da parte di COPIT. I risparmi prodotti siano investiti nella garanzia dei servizi e nella sostenibilità del bilancio. E per quanto riguarda COPIT perché non dire chiaramente che basterebbe un Amministratore Unico per gestire la fase transitoria verso l'Azienda unica?


Occorre che gli EE.LL., se intendono governare e non subire il processo di trasformazione in atto, si muovano con tempestività e con la trasparenza necessaria a non creare alibi da parte delle Aziende a possibili atti unilaterali sui servizi e sull'occupazione.
Contestualmente le aziende facciano atti e scelte concrete coerenti con la strategia regionale.
I tempi sono stretti e non più prorogabili ed in assenza di risposte non potremo che riprendere le ini-ziative di mobilitazione.

Gessica Beneforti – Segretaria generale CGIL Pistoia
Roberto Cassigoli – Segretario generale FILT CGIL Pistoia

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