Crisi alla Tesi Ubaldo & C - Il sindacato respinge ogni accusa

Le denunce da noi fatte sono vere e l’azienda ne è ben consapevole

La replica stizzita e ingiuriosa dei soci proprio non ci stava in quei termini, replica Capponi della FLAI CGIL alle accuse di falsità a lui indirizzate all’indomani dell’intervento fatto sulla stampa dal rappresentante della categoria che rappresenta i lavoratori agricoli della CGIL.

Se prima potevano cercare di farsi scivolare di dosso responsabilità di quello che era accaduto, ora, giustificando l’operato dei propri più stretti collaboratori, con le dichiarazioni fatte si assumono pienamente la responsabilità di ciò che è accaduto. Veniamo ai fatti. Giovedì mattina si tiene una delicata riunione con il sindacato con la presenza dei soli soci e i consulenti esterni dell’azienda in occasione della quale viene comunicato che la situazione è arrivata ad un punto tale per cui si stanno ricercando più soluzioni che prevedono anche, e sottolineiamo, anche la continuità dell’attività aziendale, soluzione per tutti sicuramente da preferire. La riunione termina con il reciproco impegno che, visto la delicatezza della materia, è necessario assumere la più totale riservatezza sull’argomento. “Ho chiesto personalmente ai soci dell’azienda - dichiara Capponi - che si assumesse un profilo molto prudente ed atteggiamenti di riservatezza, visto i precedenti e l’usanza diffusa nell’azienda di far circolare voci incontrollate e non confermate.” Sempre in quell’incontro abbiamo fatto presente altresì che l’assemblea dei dipendenti già convocata per la settimana successiva sarebbe stata l’occasione per aggiornare tutti sullo stato dell’arte con un’informazione corretta e non strumentale. A distanza di poche ore da quell’incontro veniamo a sapere che era stata organizzata una riunione solo con una parte del personale (18 tra operai e impiegati) in un locale pubblico di Chiazzano, non per prendere un aperitivo, come si è cercato maldestramente di argomentare, ma per illustrare ciò che era stato detto la mattina nell’incontro con i sindacati. Un’iniziativa sconcertante per le modalità e gli argomenti trattati, facendo intravedere tra l’altro ai presenti la possibilità di vedere loro confermato il rapporto di lavoro a differenza degli assenti. Non una riunione autoconvocata dai diretti interessati secondo un principio di libertà di associazione, mai messo in discussione, ma una riunione organizzata dagli stretti collaboratori della direzione aziendale interpellando solo una parte dei dipendenti, e facendolo direttamente o contattandoli telefonicamente, selezionando con un criterio ancora sconosciuto i partecipanti. “E’ vero che alla riunione non era presente alcun socio dell’azienda - prosegue Capponi - ma chi aveva dato tutte quelle informazioni a quegli stretti collaboratori (così li abbiamo definiti sin dai primo comunicato diramato alla stampa), che la proprietà non vuol sentire chiamare direzione ma che hanno comunque ruolo e responsabilità apicali riconducibili comunque ad una struttura direttiva?
Non è vero quanto affermato sulla stampa che i soci sono venuti a conoscenza solo all’indomani dell’accaduto, la sera stessa un gruppo di lavoratori, compreso il delegato sindacale, hanno mosso le loro rimostranze ad uno dei soci per non essere stati coinvolti e chiedendo chiarimenti del perché. Come FLAI CGIL abbiamo poi il giorno seguente alla stessa socia circostanziato quanto accaduto, indicando i nomi dei loro stretti collaboratori che avevano organizzato la riunione e gli argomenti trattati nella riunione svolta nel locale pubblico riguardanti la crisi aziendale e i posti di lavoro e manifestando tutta la nostra disapprovazione.
E allora quell’impegno a mantenere un profilo basso della vicenda subito disatteso tanto da discutere di una materia così importante in un circolo pubblico a porte aperte, nel momento in cui avviene, di chi è la responsabilità? A chi è da ricondurre il controllo del personale, comprese le figure apicali e le informazioni che vengono di conseguenza diffuse? Al sindacato, a chi si è fatto promotore della riunione, o ha chi non ha controllato? Sicuramente a noi non può essere attribuita alcuna responsabilità nella diffusione delle informazione. Ma quello che per noi è inaccettabile è il dare a intendere ai presenti e di conseguenza agli assenti di quella riunione, chi sarà salvato e chi no. Nella replica astiosa data alla stampa i soci omettono di chiarire questo punto essenziale: avvallano oppure no quelle notizie diffuse in quella riunione secondo le quali i 18 presenti (abbiamo l’elenco) erano coloro che potevano pensare ad una conferma del lavoro nel caso scelte importanti da adottare lo rendessero necessario? Invece di avventurarsi in una tediosa e sterile polemica sul significato di direzione aziendale o sulle “strategie” del sindacato in azienda (che peraltro gode di ottima salute a prescindere da questa polemica), prendono le distanze rispetto al modo in cui si sarebbe selezionato il personale da tenere oppure no? E se sarà necessario ci confermano che si applicheranno le procedure previste dalle normative che prevedono in caso di crisi, di analizzare di concerto con il sindacato il riflesso occupazionale che questo potrà produrre sui posti di lavoro? Ed infine, visto che ad oggi non è stata aperta alcuna procedura formale di crisi e conseguente calo dell’occupazione, come si può permettere che si mettano in giro impunemente certe notizie? Perché questo stando al concreto delle problematiche è quello che vogliamo sapere e che ci preme chiarire. Abbiamo sempre avuto un atteggiamento serio e responsabile con l’azienda, diciamo le cose come sono accadute e non ci inventiamo inutili allarmismi ma manifestiamo la nostra seria preoccupazione per come si sta gestendo questa crisi aziendale. Non ci intimoriscono le minacce o diffide rispetto a quello che abbiamo denunciato - conclude Capponi della FLAI CGIL - possiamo, se lo vogliono i tre soci dell’azienda, trasferire questo scambio di accuse nelle sedi che preferiscono, noi rimaniamo disponibili, perché non è una questione personale, ad affrontare nel merito i problemi e le possibili soluzioni che riguardano le sorti dell’azienda e del personale, potendo contare sul senso di responsabilità delle maestranze, che nonostante il ritardo accumulato nel pagamento di una mensilità arretrata (ritardo non per tutti visto che a qualcuno invece è stato retribuito tutto, con un ennesimo atteggiamento discriminatorio) mantengono il loro senso di attaccamento al lavoro.

FLAI CGIL PISTOIA

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