Quest’ultimo è tra l’altro tra i dieci “saggi” nominati dal presidentissimo, ragione per cui potrebbe avere maggiore quotazioni dell’avvocato bresciano passata alla storia per la gaffe del tunnel che collega Ginevra al Gran Sasso. Iniziamo però con il capire chi è Mario Mauro. Sulla rivista di cultura politica “Ideazione” spiegava che “la scuola privata viene percepita negativamente, come se fosse in competizione con la scuola pubblica e non si vede che fornendo adeguati strumenti economici, si verrebbe a creare una “parità” nella possibilità di accesso alla scuola pubblica e privata. Fornendo delle sovvenzioni destinate alle famiglie e non alle scuole, si avrebbe una sorte di “buono scuola” che, laddove, è gia stato introdotto ha avuto il positivo effetto di favorire lo sviluppo della concorrenza tra Istituti, creando un mercato dell’istruzione privata che favorisce la qualità complessiva del sistema formativo (…). Flessibilità di salari in base a criteri meritocratici, libertà agli insegnanti di scegliere i programmi di studio ed autonomia organizzativa dei singoli Istituti”. Non solo, sul suo blog, Mauro all’indomani dei tagli gelminiani si lamentava della sforbiciata subita dalle private e scriveva: “Bisogna avere il coraggio di liberalizzare l’intero meccanismo, altrimenti lo scontro ideologico produrrà ulteriori danni a quello che è già una mastodontica e inefficiente struttura al servizio della corporazione che vi lavora”. l’idea di scuola del ciellino montiano è ben lungi dalla difesa dei valori richiamati dell’art.33 della Costituzione. Da qui il pericolo di avere come ministro un uomo determinato come Mario Mauro. D’altro canto non possiamo dimenticare ciò che hanno partorito i saggi (tra cui Mauro), sulla scuola, nel documento pubblicato integralmente sul sito del Quirinale:

  • Riduzione dell’abbandono scolastico mediante il prolungamento della scuola al pomeriggio negli anni del primo ciclo, evitando però la “mera replica delle lezioni frontali della mattina” e individuando “percorsi specifici per i ragazzi maggiormente a rischio”, finalizzati al “rafforzamento delle competenze di base: comprensione dei testi, competenze logico-matematiche e applicazione del metodo scientifico”.
  • Aumento consistente dei fondi per il diritto allo studio portando, in particolare, il Fondo Integrativo Statale delle borse di studio a 250 milioni di euro annui.
  • Potenziamento delle iniziative finalizzate ad insegnare stili di vita salutari nelle scuole e nelle università, promuovendo, sul modello americano, l’eliminazione dai distributori automatici collocati nelle scuole di cibo e bevande ad alto contenuto calorico
  • Miglioramento indispensabile dell’infrastruttura di rete delle scuole, attualmente dimensionata per la gestione amministrativa, anche in vista dell’adozione dei libri digitali, prevista progressivamente dal 2014.

Non una parola sul precariato, sulla formazione dei docenti, sui fondi per il funzionamento delle scuole, sulla revisione degli organi collegiali, sul "concorsone beffa" del predecessore Profumo.

(fonte Il Fatto Quotidiano)

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