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Audizione preliminare DEF 2018. Le valutazioni della CGIL alla commissione parlamentare

Sistema Salute: occorre aumentare le risorse pubbliche

Nel DEF 2018 si confermano i tagli decisi con le misure in vigore già dagli anni precedenti e una diminuzione (fino all’anno 2022) dell’incidenza della spesa sanitaria in rapporto al PIL. Ciò comporta nel 2019 una variazione del Finanziamento rispetto al FSN 2017 inferiore persino al PIL nominale, confermando che siamo in presenza di un de-finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale (SSN).

La CGIL afferma che l’Universalità del SSN è fortemente messa a rischio dai continui tagli di questi anni e chiede:

  • il progressivo incremento del finanziamento del SSN–che non può essere mai inferiore alla crescita del PIL nominale–per allineare la spesa italiana in rapporto al PIL almeno a quella media europea (Ue-15)
  • l'immediata abolizione dei cosiddetti superticket;
  • per i percettori del REI l'esclusione dall'eventuale pagamento del ticket;
  • un equilibrato ed efficace rapporto tra strutture ospedaliere e territorio;
  • la garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in tutto il territorio nazionale, e la loro piena esigibilità;
  • l’abbattimento delle liste d’attesa;
  • l’incremento del finanziamento del fondo per la non-autosufficienza;
  • la stabilizzazione degli organici e l’adeguamento della dotazione del personale al fine di garantire i LEA.

Previdenza: confronto per superare la riforma Fornero

  • Nonostante il confronto con il Governo uscente abbia prodotto alcuni risultati (dall’emanazione di importanti misure che hanno introdotto un principio di flessibilità di accesso alla pensione all’estensione della quattordicesima e della no-tax area), non hanno avuto seguito la maggior parte degli impegni assunti. Per la CGIL il riferimento per una riforma organica del sistema previdenziale nel nostro Paese resta la piattaforma unitaria CGIL,CISL e UIL “Cambiare le pensioni, dare lavoro ai giovani” del dicembre 2015:
  • è indispensabile ripristinare meccanismi di flessibilità genera nell’accesso alla pensione,a partire dall’età minima di 62 anni oppure attraverso la possibilità di combinare età e contributi;
  • occorre prevedere la pensione anticipata con 41 anni di contributi per tutti i lavoratori e le lavoratrici, senza penalizzazioni e senza collegamento con l’attesa di vita.
  • il blocco dell’adeguamento all’aspettativa di vita previsto per il 2019 e l’avvio del confronto per una modifica dell’attuale normativa;
  • il superamento della disparità di genere delle donne e la valorizzazione del lavoro di cura;
  • il sostegno alle pensioni nel contributivo e dei giovani, al fine di garantire assegni dignitosi e flessibilità in uscita;
  • il rafforzamento della previdenza complementare attraverso il rilancio delle adesioni ed estensione generalizzata della
  • fiscalità incentivante anche ai lavoratori pubblici;
  • la separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale;
  • il ripristino della perequazione dei trattamenti pensionistici;
  • la previsione di alcune misure per favorire l'uscita di soggetti in particolari condizioni di disagio;
  • la revisione delle norme del termini di percezione dei Tfr e dei Tfs nel pubblico impiego;
  • la verifica delle risorse residuate per l’opzione donna e l’ottava salvaguardia degli esodati;
  • la riforma della governance di INPS ed INAIL, per realizzare un sistema efficiente, trasparente e partecipato.

La cosiddetta Legge Monti-Fornero sulle pensioni è stata un’enorme operazione di cassa che ha prelevato nel periodo 2012-2020 circa 80 miliardi di euro. Una manovra che ha introdotto elementi di eccessività rigidità, che ha spostato per tutti il traguardo pensionistico, ben oltre i livelli degli altri Paesi europei, con ricadute importanti, anche di natura sociale.

 

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