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Cgil Toscana e Cgil Pistoia esprimono solidarietà a don Biancalani e alla comunità di Vicofaro (segue anche la posizione del Vescovo di Pistoia)

La Cgil della Toscana e la Camera del Lavoro di Pistoia esprimono la propria vicinanza e solidarietà verso don Massimo Biancalani, i volontari ed i rifugiati ospiti della sua Comunità di Vicofaro (PT), per l’ennesimo controllo effettuato attraverso un inusuale dispiegamento di forze che ha impiegato circa cinquanta persone fra agenti di Polizia di Stato, Carabinieri, Polizia municipale ed ASL.

Le modalità e la tempistica con le quali è stata condotta questa operazione, nei confronti di una realtà che testimonia un impegno di umana solidarietà, destano preoccupazione e perplessità. Accogliere, integrare, non essere indifferenti al dolore e al bisogno, significa adempiere ad un dovere politico ed etico.
Istituzioni democratiche come le Forze dell’ordine non possono essere distolte dalla loro quotidiana lotta di contrasto alla criminalità, impiegandole in atti che rivelano in maniera palese il condizionamento di forze politiche che fondano il loro consenso alimentando paure, insicurezza, intolleranza. Anche in questa occasione, contro questa deriva antidemocratica, la Cgil continuerà a denunciare e opporsi come sempre ha fatto nella sua storia, mobilitandosi assieme a tutti coloro che si impegnano per un mondo migliore. C’è sempre una parte giusta ed una sbagliata: l’Umanità è quella giusta.

Firmato: Dalida Angelini (Segretaria Generale Cgil Toscana), Maurizio Brotini (Segretario Confederale Cgil Toscana con delega all’Immigrazione), Daniele Gioffredi (Segretario Generale Cgil Pistoia)

Migranti: Vicofaro; vescovo, amareggiato, abbassare i toni. Dopo blitz interforze di sabato sera, escalation insopportabile
Nel blitz interforze di sabato sera al centro accoglienza profughi di Vicofaro a Pistoia, gestito da don Biancalani, c'è qualcosa che "mi inquieta e non mi piace". Lo scrive il vescovo di Pistoia, monsignor Fausto Tardelli "profondamente amareggiato" per quanto successo, "e non per un motivo solo", aggiunge spiegando di non essere stato avvertito come è normale che fosse. Per Tardelli, però, "è stato un punto che ha segnato il vertice di una escalation insopportabile. Invece di sciogliersi e trovare una soluzione accettabile, la vicenda di Vicofaro nel tempo è andata sempre più ingigantendosi, complicandosi, esacerbandosi". Monsignor Tardelli, nella nota, osserva che "nel quartiere qualcuno è giunto all'esasperazione", e che "nel frattempo le posizioni si sono soltanto radicalizzate e politicizzate, tant'è che sembra di esser tornati al tempo dei Panciatichi e dei Cancellieri. Manca solo che ci si cominci ad accoltellare l'un l'altro". Per questo il vescovo, che invita anche don Biancalani ad abbassare i toni, si chiede se "non sarebbe meglio spegnere i riflettori su Vicofaro e cercare tutti, come già diceva il grande Papa S. Giovanni XXIII, ciò che ci unisce, piuttosto ciò che ci divide? In tempi di schieramenti sempre più feroci, questa mia affermazione non andrà a genio a molti. Non importa perché non ho da piacere a nessuno. Sono del tutto convinto che la verità non stia mai tutta solamente da una parte e nessuno la possieda completamente. Ci sono sempre ragioni da una parte e dall'altra. Solo nell'ascolto reciproco, nell'attenzione all'altro, nel venirsi incontro si trova la soluzione ai problemi".
"Molto può fare don Massimo, sicuramente - scrive ancora il vescovo Fausto Tardelli nella nota -. Molto dipende da lui. Non voglio dire di più. Credo che se ne stia rendendo sempre più conto. Non è in discussione l'accoglienza. Quelli che la mettono in discussione, lo dico chiaramente, sbagliano di grosso". Secondo Tardelli "oltre a don Massimo, possono fare qualcosa anche chi sta attorno a lui, aiutandolo a migliorarsi, a porsi nel modo giusto nei confronti della gente del quartiere, delle autorità, della comunità parrocchiale", e "potrebbero infine fare qualcosa anche i mezzi di comunicazione, se cercassero di abbassare i toni e invitassero alla ragione". "Credo - conclude il vescovo - che tutti vogliamo che Pistoia sia una città di pace, bella, accogliente, multietnica e al tempo stesso sicura e ben custodita, che cresce e prospera attraverso l'apporto sereno di tutti. E allora, lavoriamo tutti generosamente per questo. Per questo diamoci da fare, insieme". (ANSA).
Notizia del: lun 22 ott, 2018

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