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pillole di contrattazione sociale: parte ottava 14 dicembre 2019 (social house domotiche ....ma è fantascienza? No, potrebbe essere relatà!

Care compagne e compagni
come sapete abbiamo presentato la nostra piattaforma unitaria per la contrattazione sociale 2020. Oserei dire una bella piattaforma "completa" con analisi, richieste su argomenti importanti ed essenziali per la vita dei cittadini. Ci sono alcune "piccole" idee, proposte che però meritano di essere messe anche loro sotto la luce dei riflettori. Da oggi ne evidenzierò una al giorno. A noi spetta il compito di discuterne nelle riunioni con i Sindaci. Alle Leghe di informare di queste nostre richieste gli iscritti, i cittadini che vengono nelle nostre sedi, che incorociamo nei Circoli e nelle piazze.
Che il nostro lavoro, impegno non rimanga chiuso nelle nostre stanze o nelle nostre riunioni.
Buon lavoro.
Andrea Brachi
segretario generale SPI CGIL Pistoia

"L’edilizia popolare pubblica dovrebbe ampliare il numero di alloggi adatti alle esigenze dei soggetti disabili e/o alle famiglie con disabili, per:

- costruire o ristrutturare appartamenti privi di barriere architettoniche, anche e soprattutto, nelle parti comuni;
- inserirli in contesti urbani altrettanto accessibili: è inutile fornire case popolari in zone in cui servizi, trasporti, centri di socializzazione siano inaccessibili: si allarga solo l’ambiente di “detenzione” del disabile non autonomo dal punto di vista della deambulazione;
- avviare la sperimentazione di case o “social house” domotiche, a misura di disabili sia motori, sia sensoriali. La differenza fra case prive di barriere e case domotiche, sta nel fatto che le prime non creano ostacoli ma presuppongono una discreta autonomia del soggetto o la possibilità di poter contare su un valido supporto (familiare o socio-sanitario); le seconde, prevedono tutta una serie di attrezzature specifiche che elevino enormemente l’autonomia dei singoli soggetti (es. “Casa Domotica” presso l’Unità Spinale di Careggi)".....

Ed è bene ricordare che:

cos’è la contrattazione sociale? O meglio, cosa dovrebbe essere, vista la difficoltà nella nostra provincia (almeno fino all'anno scorso) di riuscire a praticarla? La contrattazione sociale dovrebbe permettere ai Comuni di confrontarsi con le Organizzazioni di rappresentanza per illustrare, discutere, approfondire e, se possibile, concertare le scelte sul bilancio di previsione dell’Ente.
Ma per fare questo ci vuole convinzione, ci vuole da parte del Sindaco la voglia di accettare il confronto, di ascoltare altre  idee e proposte e delle volte sapersi mettere in discussione e riconoscere il ruolo di quelle Organizzazioni, che rappresentano buona parte della cittadinanza. Pertanto quei “tavoli” non dovrebbero essere finalizzati solo ad illustrare le idee dell’amministrazione (una semplice informazione), senza possibilità reale di contaminarsi, senza accettare la possibilità di modifiche, integrazioni rispetto allo schema di bilancio predisposto. La contrattazione sociale vera è un momento di partecipazione e democrazia che non andrebbe sottovalutato. Ma che attualmente nella nostra Provincia non ottiene, da parte di molte amministrazioni, la dovuta attenzione e il dovuto rispetto.  Ma noi non smetteremo mai di incalzarle e di insistere in tal senso.

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