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Sanità in montagna: dei risultati sono stati ottenuti, ma molto ancora deve essere fatto!

Il documento che è stato redatto dalla Direzione Sanitaria della ASL Toscana Centro, relativo alle problematiche dell'assistenza sanitaria nel comprensorio della montagna pistoiese, poggia su di un elemento di grande novità: la necessità di riqualificare l'offerta assistenziale sanitaria per rispondere ai bisogni di salute dei cittadini residenti in alcune aree, denominate “aree interne”.
In questa zona montana che ha in comune con altre aree simili una bassa densità di popolazione e la difficoltà di accesso ai servizi primari, grava anche un indice di vecchiaia molto più elevato rispetto alla restante parte della provincia. Nello specifico, la ASL ha programmato il potenziamento delle attività ambulatoriali, dell'emergenza-urgenza, dell'assistenza domiciliare e delle cure palliative attraverso modifiche degli organici infermieristici e medici, della dotazione strumentale fissa e mobile nonché attraverso l'implementazione di progettualità innovative come la telemedicina e la radiologia a casa del paziente. Per tutto questo lo riteniamo un buon documento, che contiene premesse e promesse importanti.
Questo approccio si confronta con una richiesta reiterata nel tempo anche attraverso la raccolta di numerose firme di cittadini residenti nei quattro comuni del comprensorio attraverso comitati locali che si può sintetizzare nel riconoscimento di “zona disagiata”, nella riapertura dell'Ospedale di San Marcello integrata dal potenziamento del suo Pronto Soccorso, valorizzando scelte strategiche che diano risposte alla salute e sicurezza dei cittadini.
A nostro avviso il documento della ASL ha il merito di avviare per la prima volta una revisione delle strategie fin qui adottate basata su una misurazione puntuale dei bisogni di salute in ambiti definiti (anche attraverso il contributo dell'Agenzia Regionale di Sanità) e, conseguentemente, sulla programmazione di interventi mirati ad incidere sulle problematiche.
Pur recependo alcune proposte avanzate dalla nostra Organizzazione, ravvisiamo l'esigenza di rimarcare la necessità che siano esplicitate puntualizzazioni sul cronogramma degli interventi programmati insieme a specifiche sulle modalità con cui si prevede di procedere.
Ad esempio, nella sperimentazione dell'impiego della telemedicina che di sicuro ha molte potenzialità e che potrebbe anche trarre vantaggio da competenze di una importante risorsa presente sul territorio regionale come la Scuola Superiore S. Anna di Pisa.
Ci sembra anche utile rilanciare ipotesi da noi delineate in precedenza: la possibilità di effettuare a domicilio trattamenti con farmaci di uso ospedaliero (esperienze sono state condotte con ottimi risultati sul territorio della ex ASL 3); avviare da subito una revisione sulla casistica in emergenza-urgenza per verificare il livello di corrispondenza reale, nella dimensione operativa, con linee-guida e protocolli; attuare nell'oncologia, che comporta - come affermato – i tassi di mortalità standardizzata più pesanti, programmi di miglioramento della partecipazione agli screening anche attraverso strategie di sensibilizzazione e comunicazione, programmi di miglioramento nell'accesso alle cure e il lancio di campagne di prevenzione primaria e secondaria rispondenti agli orientamenti che emergono con più evidenza dalla letteratura sulle singole patologie (colon-retto, mammella, stomaco e polmone in particolare) con l'obiettivo preciso di ridurne la mortalità stessa.
Come rimane necessaria una riflessione sul numero (insufficiente per noi) dei “medici di famiglia” presenti sulla montagna e sulla necessità di avere anche un numero di ambulatori sufficienti senza costringere numerosi cittadini a spostamenti inaccettabili. E’ anche necessario aumentare i letti di cure intermedie, senza dimenticare il potenziamento dell’assistenza infermieristica domiciliare. Va risolto poi (definitivamente) il problema riguardante la piazzola per l’atterraggio dell’elisoccorso (inaugurata nel 2017).
Tutto questo (e forse altro ancora!), se condotto con convinzione, precisione e competenza può migliorare realmente lo stato di salute della popolazione della montagna indipendentemente dalla riapertura dell'ospedale. Così facendo si concretizzerebbe l'opportunità di avviare in quest'area un'esperienza che può fare da guida per altri territori della Toscana (e non solo).
Ci dichiariamo interessati a proseguire su questa linea in un confronto serio, con i cittadini e le istituzioni, totalmente depurato da eventuali strumentalizzazioni di qualunque parte politica e focalizzando l'attenzione sulle aree interne con lo scopo di perseguire obiettivi di superamento delle iniquità .

Medici CGIL regionale

CGIL Pistoia

SPI CGIL Pistoia

Lega SPI CGIL Montagna

FP CGIL Pistoia

Sanità pubblica a Pistoia: un caso su cui riflettere (con alcune domande...)

Vi racconto il percorso che un cittadino pistoiese ha dovuto fare in relazione ad un piccolo intervento chirurgico a cui si è sottoposto. Nel mese di novembre 2018, con il certificato del medico con cui si richiedeva visita chirurgica per probabile ernia inguinale, si è recato al CUP dove è stato informato della possibilità di avere l’appuntamento nei 10 giorni previsti. L’unico problema era che la visita doveva essere fatta all’Ospedale di San Marcello pistoiese, a 30 km dalla residenza dell’utente. Gli hanno fatto presente che se non poteva andare a San Marcello poteva recarsi a Pescia , ma nel mese di gennaio. Alla domanda “quando posso andare a Pistoia?” , la risposta è stata “non è dato sapere”. Allora, di buon grado, visto che non aveva problemi sul lavoro e che poteva guidare l’auto, si è recato a San Marcello. Il 4 dicembre alle ore 14,00 si svolge la visita, con puntualità e molta professionalità da parte del personale pubblico presente. Gli viene detto che non è certa la data dell’intervento: possono passare 5 mesi, 12 mesi o anche di più. Comunque viene messo in lista di attesa. Prima domanda: ma se il cittadino in questione fosse stata una persona anziana, senza patente, senza nessun familiare disponibile, come ci sarebbe andato a San Marcello Pistoiese a farsi visitare?
Nel mese di marzo una telefonata dell’Azienda Sanitaria Toscana Centro lo informa che è possibile operarsi quasi subito ma solo se è disponibile ad andare alla clinica privata (ma convenzionata) “Leonardo” a Sovigliana (Empoli). Se non può o non vuole deve aspettare i tempi non prevedibili per Pistoia. Decide di operarsi alla clinica "Leonardo " anche perché, come per San Marcello, non ha problemi a guidare e spostarsi ed ad avere poi un familiare che lo accompagnerà il giorno dell’intervento. Seconda domanda: ma se un familiare disponibile non ci fosse stato?
Data la sua disponibilità gli comunicano che deve comunque fare una nuova visita (7 marzo) all’ospedale di Pistoia, in chirurgia, per avere l’autorizzazione definitiva ad operarsi in quella struttura privata. Dopo una quindicina di giorni viene raggiunto da una telefonata della clinica “Leonardo” che comunica la data della preospedalizzazione (28 marzo) per le analisi di routine (sangue, cardiologo e anestesista). Anche in questo caso, viaggio in auto con familiare. La clinica è una bella struttura con personale molto gentile, disponibile e professionale.
Dopo pochi giorni dalla preospedalizzazione arriva la telefonata: l’operazione si farà il 16 aprile. Ricovero alle ore 7, dimissioni verso le ore 17. Vietato guidare, per cui farsi accompagnare da un familiare (o a pagamento con Croce Verde o Misericordia...). Colto da curiosità, il cittadino pistoiese chiede chi sarà ad operarlo. La risposta è questa: "verrà, quella mattina, il chirurgo dall’ospedale di Pistoia". Alla domanda: ma perché tutto questo? La risposta è stata: per abbattere le liste di attesa. L’azienda sanitaria Toscana Centro ha deciso di affittare le sale operatorie (e relativo personale necessario, escluso il chirurgo) della clinica privata e lì spostare una serie di interventi in lista di attesa. Ovviamente quel giorno il chirurgo che si sposta a Sovigliana- Empoli non opera a Pistoia e non usa le sale operatorie che ci sono all’ospedale San Jacopo di Pistoia. Terza domanda: ma se a Pistoia ci sono 13 sale operatorie e normalmente ne vengono usate 5/6, perchè non cercare di utilizzare quelle “vuote”? La risposta è stata: perché mancano anestesisti, ferristi, infermieri pubblici per tenerle aperte (che comunque sono state costruite, attrezzate con soldi pubblici).
Allora, partendo dal fatto che non sono un esperto e che non ho la verità in tasca, ma questa soluzione (che può essere una risposta momentanea ma solo per l’emergenza liste di attesa) a me sembra alquanto fantasiosa e irreale. Che si affittino sale operatorie in strutture private (che ovviamente ci guadagnano), che si spostino i chirurghi dipendenti pubblici per operare in queste struttre, che si “costringa” i pazienti a spostarsi da Pistoia a San Marcello poi di nuovo a Pistoia, per poi andare a Sovigliana per la preospedalizzazione e poi per tornare a Sovigliana (Empoli) per l’operazione a me sembra cosa poco saggia e giusta. Va bene, lo ripeto, può andare bene per dare una risposta immediata all’emergenza liste di attesa, ma con la consapevolezza che non può essere la soluzione definitiva al problema e che, continuando così, si continua a penalizzare soprattutto chi è solo, anziano, senza mezzo di trasporto personale o familiari.
Insomma, c’è da che riflettere e credo che ci sia bisogno di scelte più radicali (assunzione del personale necessario e più risorse economiche), se non vogliamo non solo continuare in questa strisciante privatizzazione del sistema sanitario pubblico, ma continuare a penalizzare i più deboli.

Andrea Brachi
segretario generale SPI CGIL Pistoia

ps: comunque mi sto rimettendo bene dall’operazione e approfitto per ringraziare tutto il personale sanitario (pubblico e non) che ha dimostrato professionalità, disponibilità e cortesia (meno il Presidente Rossi e l’assessore Saccardi...

Nuova sede Lega SPI CGIL Montagna

Care compagne e compagni,
da pochi giorni lo SPI regionale ha acquistato i locali della Confartigianato a San Marcello Pistoiese (confinanti con l'attuale sede della CGIL). Per cui raddoppiamo i locali che, per 99 anni, sono stati dati in commodato d'uso gratuito allo SPI di Pistoia e di conseguenza alla Lega SPI CGIL della Montagna. Continua l'impegno dello SPI regionale a favore dei territori e delle Leghe SPI.
Ora si tratta di allestirla, riorganizzare gli spazi e soprattutto "farla vivere". Compito che spetta alla Lega della Montagna ma non solo. Diventa sempre più necessario che anche in quella sede vi sia la presenza delle Categorie degli Attivi e, ancora di più, quella dei Servizi. Se dobbiamo stare "nel territorio", dobbiamo presidiarlo attraverso non solo le nostre sedi, ma con la nostra reale presenza. Locali ed uffici vuoti o poco aperti non servono a molto. Tutte e tutti siamo chiamati ad un impegno maggiore.
Ma, detto tutto ciò, permettetemi di esprimere la mia soddisfazione per questo risultato. Ci abbiamo lavorato (lo SPI regionale, lo SPI provinciale, la Camera del Lavoro e la Lega della Montagna) da più di un anno. Avevamo valutato anche altre possibilità: Pescia e Pistoia (sulla Sala) ma, per più di un motivo, non è stato possibile realizzare (almeno per ora) quei progetti.
Nei prossimo mesi inaugureremo le nuova sede e ovviamente, tutte e tutti, siete chiamati a presenziare e festeggiare con loro questa bella cosa.
Saluti.
Andrea Brachi
segretario generale SPI CGIL Pistoia

i fascisti sono sempre contro il popolo

Dovremmo fare come Maciste, il maniscalco di “Cronache di poveri amanti”: quel romanzo bellissimo e struggente che ci racconta come viveva il popolo in quell’Italia appena diventata fascista.

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